Grande rialzo di seno mascellare: pro e contro

Hai bisogno di rimpiazzare alcuni denti mancanti con gli impianti dentali, ma il tuo dentista ti ha detto che dovresti prima fare un grande rialzo di seno mascellare? Il motivo è che – probabilmente – non possiedi osso a sufficienza nell’arcata dentale superiore posteriore. Gli impianti, infatti, hanno bisogno di una quantità di osso minima per poter rimanere stabili all’interno della tua mascella. Il grande rialzo ha proprio questa funzione: creare nuovo tessuto osseo nelle zone in cui ti manca, per consentirti così di mettere gli impianti. Come funziona e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa particolare tecnica chirurgica? Seni mascellari: cosa sono? Tutti gli esseri umani hanno 2 seni mascellari, due cavità posizionate nella parte posteriore della mascella, che hanno la funzione di riscaldare e umidificare l’aria. Al loro interno sono rivestiti da una pellicola (membrana sinusale) che li rende molto simili a degli pneumatici. Se per varie ragioni hai perso alcuni denti e non li hai sostituiti subito, probabilmente l’osso presente tra il seno mascellare e le radici dei tuoi denti ora è diventato molto sottile. Nella tua situazione, purtroppo, non puoi mettere gli impianti dentali, perché altrimenti questi finirebbero nel vuoto del seno mascellare, rimanendo così instabili. Per far sì che le radici artificiali rimangano ben salde nella tua mascella è quindi essenziale che tu ti sottoponga a un rialzo di seno mascellare. Rialzo di seno mascellare Il rialzo di seno mascellare è un intervento chirurgico che consente di applicare nuovo tessuto osseo tra la base del seno mascellare e la membrana che lo ricopre. Ne esistono 2 tipologie: piccolo rialzo, o crestale grande rialzo, o laterale Se il tuo dentista ti ha proposto il secondo, di sicuro lo ha fatto perché hai meno di 4 millimetri di osso residuo (altrimenti ti avrebbe proposto quello crestale). Grande rialzo di seno: come funziona Il grande rialzo è un intervento che si esegue in anestesia locale. Come si svolge? Per prima cosa, il chirurgo fa un’incisione sulla gengiva e la scolla completamente, fino a scoprire tutto l’osso che contiene la parte bassa del seno mascellare. Poi, tramite uno speciale strumento, raschia il tuo osso residuo, facendo attenzione a non forare la membrana sinusale. Quindi, apre una piccola “finestrella” laterale a livello del seno mascellare, che avrà una lunghezza necessaria per accogliere il futuro impianto dentale. In seguito, da questa botola solleva piano piano la membrana sinusale, fino ad accompagnarla nella parte alta della finestrella. Questo sollevamento si esegue tramite particolari strumenti piezoelettrici, che sfruttano getti d’acqua per alzare la delicata pellicola senza il rischio di bucarla. In seguito a questa manovra, si crea una sorta di camera d’aria nella parte bassa del seno mascellare, la quale viene riempita con un biomateriale che stimola la creazione di nuovo osso. Infine, il chirurgo chiude la finestrella con una membrana in collagene e sutura la gengiva. A questo punto, dovrai aspettare circa 8 mesi per attendere che il biomateriale si sarà integrato nel tuo osso. Dopo il rialzo: gli impianti Dopo aver atteso il periodo di rigenerazione, avrai finalmente una quantità di osso sufficiente per garantire stabilità agli impianti dentali che ti verranno inseriti. A questo punto, quindi, potrai sottoporti all’intervento di implantologia, durante il quale il chirurgo posizionerà delle piccole radici artificiali (gli impianti) all’interno del nuovo osso mascellare. Può suonarti come un’operazione dolorosa e invasiva, ma in realtà al giorno d’oggi si esegue in pochi minuti e senza provocare dolore e gonfiore. In MP DENTAL STUDIO abbiamo brevettato un flusso di lavoro completamente digitale, che ci permette di progettare e realizzare l’intervento virtualmente, ancora prima di operare in bocca tua. Così facendo, sappiamo esattamente qual è il miglior tipo di impianto per la tua anatomia, la posizione ideale in cui inserirlo e la forma più adatta del dente che lo sormonterà. In questo modo, otterrai il miglior risultato estetico e funzionale possibile, in tutta sicurezza. Per approfondire: “Smart Implant: impianti dentali senza dolore” Vantaggi grande rialzo di seno mascellare Uno dei maggiori vantaggi del grande rialzo di seno mascellare è la possibilità di aggiungere una grande quantità di biomateriale: basta allargare la finestrella. Non siamo quindi limitati da un piccolo tunnel nel quale spingere materiale, come invece accade nel piccolo rialzo di seno mascellare. Inoltre, è un intervento che semplifica la vita al chirurgo, poiché può avere un controllo visivo diretto sullo stato della membrana sinusale. Il contatto visivo permette al professionista di accorgersi subito se la pellicola si è rotta e – di conseguenza – può intervenire in modo più rapido ed efficace per risolvere il problema. Svantaggi Il principale svantaggio di questo intervento è che richiede un’incisione molto estesa della gengiva e questo lo rende un intervento più invasivo rispetto al piccolo rialzo di seno mascellare (crestale). Ne consegue che il dolore, il gonfiore e il fastidio post-operatori saranno maggiori. Un altro svantaggio sono i tempi molto più dilatati rispetto al rialzo crestale. Qui sono infatti necessari ben 2 interventi: il rialzo vero e proprio, seguito dalla rigenerazione, che dura 8 mesi. l’inserimento degli impianti dentali, dopo il quale bisogna attendere 4 mesi per applicare su di essi le corone dentali provvisorie. In pratica dovrai aspettare 1 anno intero per avere la dentatura che ti aspetti.
Inclusione dei canini: cos’è e da cosa dipende

In alcuni bambini può capitare che i canini definitivi non fuoriescano quando dovrebbero: in questi casi si parla di “inclusione dei canini“. Si tratta di una condizione abbastanza diffusa, che però deve essere individuata il prima possibile, per evitare che diventi difficile da risolvere. In questo articolo parleremo dei campanelli d’allarme che possono darti un’indizio se tuo figlio è soggetto a questo fenomeno. Cos’è l’inclusione dei canini Con il termine “inclusione” si intende la condizione in cui un dente rimane ingabbiato all’interno dell’osso oltre il periodo previsto dalla sua eruzione (fuoriuscita). Possono esserne colpiti diversi denti, ma statisticamente sono i canini a essere quelli maggiormente inclusi, secondi solo ai denti del giudizio. Nella stragrande maggioranza dei casi, l‘inclusione dei canini superiori è maggiore di quella degli inferiori, con un rapporto di 20 a 1. Inoltre, il 10% dei pazienti che ha un canino incluso può avere anche l’altro che non è ancora erotto. Ciò significa che se facciamo una radiografia al tuo bambino e ci accorgiamo che uno dei suoi canini è incluso, è probabile che anche l’altro sia nella stessa condizione. A che età preoccuparsi? Di solito i canini superiori erompono all’età di 11 anni nelle femmine e a 12 anni nei maschi. Di conseguenza, se tuo figlio ha 13 anni e i suoi canini non sono ancora usciti, questo è un buon motivo per portarlo alla sua prima visita ortodontica. Cause dell’inclusione dei canini Ci sono 2 teorie che spiegano perché i canini a volte non riescono a erompere: teoria genetica teoria della guida dell’incisivo Teoria genetica Secondo questa concezione, il motivo per cui i canini rimangono inclusi nell’osso è da ricercare nella genetica. È una teoria che possono confermare io stesso, in base ai pazienti che visito nel mio studio e che soffrono di inclusione dei canini. Una buona parte di essi, infatti, riferisce di avere altri parenti nella stessa condizione: un chiaro indizio che avvalora la spiegazione genetica. Teoria della guida dell’incisivo La seconda teoria chiama in causa uno dei denti che si trova vicino al canino: l’incisivo laterale. La radice di quest’ultimo ricopre un ruolo fondamentale, perché ha la funzione di guidare l’uscita del canino. Di conseguenza, se la radice dell’incisivo è mal posizionata, potrebbe impedire al canino di prendere il tragitto corretto. Fattori che predispongono all’inclusione dei canini Oltre alle cause che abbiamo appena visto, ci sono altri fattori che possono facilitare l’insorgenza di questa condizione. Se tuo figlio presenta uno di questi fattori, dovresti portarlo al più presto in visita da un ortodontista, affinché possa intercettare e risolvere questo problema. Fattori sistematici In questo gruppo rientrano fattori endocrini, ovvero quelli legati agli ormoni. Se tuo figlio ha qualche problema di crescita, potrebbe quindi essere predisposto all’inclusione dei canini. Un’altra causa – di cui però non si può fare nulla – sono le patologie febbrili. Se il tuo bambino in passato ha avuto febbre alta e prolungata, è possibile che ciò abbia alterato l’eruzione dei suoi denti. Infine, un altro fattore sistematico è l’irradiazione. Se tuo figlio ha avuto – per esempio – la leucemia e ha dovuto sottoporsi a trattamenti irradianti, questo potrebbe aver ostacolato l’uscita dei suoi canini. Fattori locali Un fattore locale che predispone all’inclusione dei canini è l’affollamento dentale, ovvero il caso in cui i denti sono molto grandi e le ossa piccole. In questa situazione i canini non hanno lo spazio necessario per erompere e quindi rimangono all’interno dell’osso. In questo senso, è importante portare il bambino dall’ortodontista entro gli 8-9 anni. Solo entro quest’età è possibile creare lo spazio per far uscire i canini senza intervenire in modo invasivo. Infatti, più l’età avanza, e più è probabile che si debba ricorrere all’estrazione di alcuni denti per risolvere l’affollamento dentale. Un altro fattore di predisposizione sono le patologie locali come cisti, tumori e odontomi, che possono comprimere il germe del canino, impedendogli di uscire correttamente (o del tutto). Conclusioni In questo articolo abbiamo approfondito cos’è l’inclusione dei canini, le sue cause e i relativi fattori di rischio. In un prossimo articolo, scopriremo quali sono gli esami necessari per capire se tuo figlio ne soffre e come possiamo risolvere il problema. Se sospetti che tuo figlio possa soffrire di questa condizione, chiama il numero 0456702400 o prenota la sua prima visita ortodontica in MP DENTAL STUDIO.
Piccolo rialzo di seno mascellare: cos’è e vantaggi

Il tuo dentista ti ha detto che prima di mettere gli impianti dentali dovresti sottoporti a un piccolo rialzo di seno mascellare? Questo perché, dopo attenti esami, si sarà accorto che non hai abbastanza osso nell’arcata dentale superiore posteriore. Gli impianti, infatti, hanno bisogno di osso a sufficienza per poter rimanere saldi all’interno della tua mascella. Il piccolo rialzo serve proprio a questo: a rigenerare nuovo osso nei punti in cui sei carente, per consentirti così di mettere gli impianti. Come si svolge e quali sono pro e contro di questa tecnica chirurgica? Cosa sono i seni mascellari Prima di capire come si svolge l’intervento, dobbiamo chiarire cosa sono i seni mascellari. Si tratta di 2 cavità presenti nella parte alta della mascella, che hanno la funzione di umidificare e riscaldare l’aria in ingresso. Al loro interno sono ricoperti da una sorta di pellicola (membrana sinusale) che li rende molto simili a delle camere d’aria. Se hai perso dei denti e non li hai sostituiti subito con gli impianti, ora probabilmente l’osso presente tra il seno e le radici dentali si è riassorbito. In queste condizioni, purtroppo, non puoi rimpiazzare i tuoi denti con le radici artificiali, perché queste non avrebbero stabilità sufficiente per integrarsi nella mascella. Cosa fare quindi? Un rialzo di seno mascellare. Rialzo di seno mascellare Il rialzo di seno mascellare è un intervento chirurgico che permette di aggiungere nuovo osso nello spazio tra la base del seno e la membrana che lo ricopre. Ne esistono 2 versioni: grande rialzo, o laterale piccolo rialzo, o crestale Se il tuo dentista ti ha proposto il secondo, di sicuro lo ha fatto perché hai almeno 4 mm di osso residuo. Nel caso non avessi avuto questo prerequisito, infatti, ti avrebbe consigliato un grande rialzo di seno mascellare. Piccolo rialzo di seno: come funziona Il rialzo di seno crestale è un operazione sofisticata, ma allo stesso tempo poco invasiva e non dolorosa. Il dentista apre alcuni forellini nel tuo osso, nei punti in cui in seguito posizionerà gli impianti dentali. Poi, tramite particolari strumenti, scava il tuo osso residuo e inserisce piano piano del biomateriale all’interno di ogni “pozzo” verticale. Quando il livello del materiale avrà raggiunto l’altezza minima necessaria (4-5 mm), il dentista inserisce all’interno di ogni tunnel gli impianti dentali di cui hai bisogno. Nel corso dei mesi (circa 6-8) il biomateriale inserito si trasforma in nuovo osso e si integra con i tuoi tessuti originari. Vantaggi Il più grande vantaggio del piccolo rialzo di seno – rispetto al grande rialzo – è che si tratta di un approccio minimamente invasivo. Il motivo è che prevede 1 solo atto chirurgico. In un’unica seduta, infatti, il dentista aggiunge l’osso sintetico e subito inserisce gli impianti dentali. Inoltre è un intervento sicuro al 100%, grazie alle tecniche di piezosurgery che utilizziamo in MP DENTAL STUDIO. Tramite speciali strumenti ultrasonici, riusciamo a erodere l’osso residuo senza rischiare di forare la membrana del tuo seno mascellare. Questi utensili sfruttano un getto d’acqua ad alta intensità e frequenza e sono tarati per consumare solo i tessuti duri, senza danneggiare quelli molli. Un grande passo avanti rispetto alla tecnica tradizionale, che prevedeva l’uso di una sorta di scalpello (osteotomo) per entrare “a martellate” all’interno dei fori. Sebbene non fosse doloroso, il vecchio sistema era molto fastidioso, a tal punto che poteva provocare giramenti di testa (labirintite) e la rottura accidentale del seno mascellare. Svantaggi Il primo svantaggio del rialzo crestale è che richiede un tempo di intervento abbastanza lungo. Servono infatti circa 60-75 minuti per inserire il biomateriale in quantità sufficiente per poter posizionare gli impianti in sicurezza. Il secondo svantaggio è che il piccolo rialzo di seno non si può applicare in 3 casi, ovvero se: non hai almeno 4 mm di osso residuo che possa garantire stabilità agli impianti; il tuo osso ha un “setto” in prossimità del seno, ovvero una piccola deformazione che impedisce di inserire gli impianti; la tua membrana sinusale è troppo sottile, a tal punto che la pressione dell’osso sintetico potrebbe romperla. Se vuoi conoscere tutti i dettagli del piccolo rialzo di seno mascellare e le soluzioni per riabilitare l’estetica e la funzionalità del tuo sorriso, chiamaci al numero 0456702400.
Rialzo di seno mascellare: cos’è e quando serve

Ti mancano alcuni denti nell’arcata superiore e il dentista ti ha detto che non hai osso sufficiente per sostituirli con gli impianti dentali? In realtà, esiste una soluzione che ti permetterà comunque di rimpiazzare con successo i tuoi denti mancanti. Come? Grazie a un intervento chiamato “rialzo di seno mascellare“: scopri cos’è e come può aiutarti a tornare a sorridere e masticare. Cosa sono i seni mascellari I seni mascellari sono 2 cavità nella parte posteriore della mascella che servono per riscaldare e umidificare l’aria che respiri. Ricordano un po’ uno pneumatico, perché al loro interno sono rivestiti da una pellicola (membrana sinusale) che li rende delle vere e proprie camere d’aria. Se hai perso alcuni denti e non li hai rimpiazzati subito, probabilmente l’osso presente tra il seno mascellare e le radici dentali è diventato molto sottile. In questa particolare situazione, non è possibile inserire gli impianti dentali, perché altrimenti sbucherebbero nel vuoto del seno mascellare, rimanendo così instabili. L’unico modo per risolvere questo problema e permetterti di rimpiazzare i tuoi denti è eseguire un rialzo di seno mascellare. Rialzo di seno mascellare: cos’è? Il rialzo di seno mascellare è un intervento che consente di far crescere nuovo osso nello spazio tra la base del seno e la membrana sinusale. In questa zona il chirurgo inserisce uno speciale biomateriale che – nell’arco di 4-9 mesi – si trasforma in osso vero e proprio. Alla fine di questo processo, quindi, sarà possibile inserire gli impianti nel nuovo tessuto osseo che si è formato. Per approfondire: “Rigenerazione ossea: mettere gli impianti quando sembra impossibile“ Tecniche Esistono 2 diverse tecniche di rialzo di seno mascellare: crestale, o piccolo rialzo; laterale, o grande rialzo. Piccolo rialzo di seno mascellare Questa tecnica consiste nel forare l’osso nei punti in cui verranno inseriti l’impianti, fino a raggiungere la base del seno mascellare. Poi, attraverso questi “pozzi” verticali, il chirurgo inserisce il biomateriale e lo spinge all’interno del seno, fino a ottenere lo spessore necessario per poter inserire gli impianti dentali. Al termine di questa manovra, sarà possibile inserire subito gli impianti dentali nei fori realizzati in precedenza. È un intervento abbastanza lungo (60-75 minuti) ma minimamente invasivo, perché in 1 solo intervento se ne fanno 2: il rialzo di seno e l’implantologia. Per approfondire: “Piccolo rialzo mascellare: cos’è e vantaggi“ Grande rialzo di seno mascellare Questa tecnica si esegue solo se hai un osso residuo più basso di 4 mm e quindi hai bisogno di una rigenerazione doppia rispetto al tessuto a tua disposizione. Come si svolge? Il chirurgo scolla la tua gengiva, apre un piccola finestra laterale nel seno mascellare e solleva la membrana sinusale. Poi, nella cavità che si è creata, inserisce il biomateriale, sigilla il seno con una membrana in collagene e quindi chiude la gengiva. Passati 8 mesi, quando il biomateriale si sarà trasformato in osso vero e proprio, subirai un altro intervento per inserire gli impianti dentali all’interno della tua mascella. Si tratta quindi di un’operazione più invasiva perché, rispetto al piccolo rialzo, prevede 2 atti chirurgici. Di conseguenza, anche dolore, fastidio e gonfiore saranno maggiori. Per approfondire: “Grande rialzo di seno mascellare: pro e contro“ Posso fare il rialzo di seno mascellare? Per sapere se puoi sottoporti a questo tipo di intervento, il tuo dentista dovrà eseguire un’analisi clinica e degli esami strumentali: Valutazione clinica Si tratta di una visita minuziosa, in cui il medico analizza la tua storia clinica e controlla lo stato di salute dei tuoi denti residui. In MP DENTAL STUDIO, grazie al nostro check-up implantare, siamo in grado di valutare la tipologia dei denti che ti mancano e la loro dimensione. In questo modo possiamo stabilire con precisione l’altezza che dovranno avere gli impianti per sostenere i tuoi futuri denti e in che quantità dovremo rigenerare il tuo osso. Indagini strumentali Gli esami strumentali si dividono in: radiografie endorali: per valutare la salute dei denti e comprendere la relazione tra i denti residui e il seno mascellare; panoramica: una radiografia generale per capire l’altezza dell’osso nel punto in cui dobbiamo inserire gli impianti; cone beam: una radiografia tridimensionale che rivela l’anatomia del seno mascellare e la presenza di eventuali malattie che controindicano l’intervento. Quest’ultimo esame è fondamentale perché ci permette di capire se la forma del seno è favorevole alla rigenerazione e qual è il grado qualitativo del tuo osso (alto, basso, spugnoso, denso, ecc). Controindicazioni Gli esami che svolgerai serviranno anche per individuare l’eventuale presenza di patologie o condizioni che possano controindicare il rialzo di seno mascellare. Ecco le 3 principali: sinusite acuta o cronica: se soffri di questa infezione, non potrai sottoporti all’intervento, perché questa non permetterebbe al biomateriale di trasformarsi in osso. Prima di procedere, dovrai quindi rivolgerti a un otorino, che curerà la tua infezione. fumo: se sei un forte fumatore, probabilmente non potrai eseguire il rialzo di seno mascellare, perché il fumo e la nicotina danneggerebbero il biomateriale. membrana sottile: se la pellicola che protegge il tuo seno mascellare è troppo sottile, potrebbe rompersi durante l’intervento, facendo spargere il biomateriale nella cavità. Oltre a queste 3 condizioni specifiche, ne esistono altre che controindicano la chirurgia implantare in generale, ovvero tumori, radioterapie e malattie del sistema immunitario. Per saperne di più, leggi il nostro articolo sulle controindicazioni della rigenerazione ossea.
Ortodonzia per bambini: 6 motivi per iniziare presto

Il dentista ti ha detto che il tuo bambino dovrebbe iniziare subito una terapia ortodontica, anche se ha ancora alcuni denti da latte? Può sembrare un consiglio strano: d’altronde, perché cominciare a raddrizzare i denti quando nelle arcate non sono spuntati ancora tutti quelli definitivi? In realtà, se tuo figlio mostra i primi segni di un problema di allineamento dentale (malocclusione), è fondamentale intervenire al più presto, entro 7-8 anni d’età. Perché? Ecco 6 buoni motivi per farlo: 1. Per prevenire complicazioni future Una malocclusione tipica che si può scorgere già in tenera età è il morso aperto anteriore, ovvero quando i denti davanti superiori e inferiori non si toccano tra loro. Cosa succede se non si interviene subito per correggere questa condizione? Tuo figlio può sviluppare un’abitudine viziata, detta “deglutizione atipica“. In pratica, quando deglutisce, la sua lingua tenderà verso l’esterno, impedendo ai denti di entrambe le arcate di chiudersi in modo spontaneo. I denti così mal posizionati possono provocare anche difetti di pronuncia, per cui il tuo bambino potrebbe imparare a parlare in modo scorretto. Di conseguenza, se intercettiamo questo problema in una fase iniziale, potremo risparmiargli una terapia con il logopedista. 2. Per evitare traumi ai denti Secondo alcuni studi, più del 50% dei diciottenni con denti sporgenti ha subito almeno 1 trauma dentale nel corso della propria vita. Tra questi, almeno 1/3 ha subito anche una frattura. Questi dati non sono così sorprendenti: quando i bambini cadono mentre giocano o corrono, spesso la prima cosa che urtano sono proprio i denti. Ciò significa che ridurre precocemente le sporgenze dentali evita o diminuisce la probabilità che tuo figlio possa subire un trauma o una frattura. 3. Per guidare la crescita delle ossa Molti disallineamenti dentali sono causati da un rapporto disarmonico tra le ossa della mascella e quelle della mandibola. Ad esempio, se tuo figlio ha il mento sporgente o il palato stretto, fino ai 10 anni possiamo guidare la crescita del suo osso mascellare in modo che crescano correttamente. Oltre quest’età, però, non sarà più possibile, perché lo scheletro della parte superiore del suo viso avrà ormai smesso di crescere. A quel punto, l’unico modo per modificare le sue ossa sarà sottoporlo a un intervento chirurgico in anestesia generale. Una soluzione invasiva, che sono sicuro vorresti evitare. 4. Per evitare di togliere alcuni denti Come abbiamo visto, dopo una certa età lo sviluppo delle ossa si ferma e quindi non si può più intervenire per modificarne la forma. Per questo motivo, se tuo figlio arriva a 14-15 anni con dei denti molto accavallati tra di loro, l’unico modo per creare lo spazio di cui hanno bisogno è estrarne alcuni. Al contrario, se interveniamo al più presto con una terapia ortodontica intercettiva, potremo alterare la crescita scheletrica ed evitargli il disagio di togliere i denti. 5. Per migliorare l’estetica di tuo figlio Un figlio per un genitore è sempre bellissimo, anche se soffre di disallineamenti dentali accentuati. Purtroppo, però, viviamo in un’epoca in cui spesso le persone vengono giudicate solo per il proprio aspetto esteriore. Così, a causa dei valori della nostra società, molti bambini con denti disallineati o difetti di pronuncia possono diventare vittime di atti di bullismo. Di conseguenza, migliorare l’estetica del sorriso di tuo figlio può farlo sentire accettato dai suoi pari e vivere le relazioni sociali con serenità. 6. Per terapie più semplici e veloci Come fecero gli Antichi Romani a conquistare gran parte del mondo allora conosciuto? Grazie alla strategia del “dividi e comanda“. L’idea di dividere i problemi in tanti piccole parti per renderli più gestibili è propria anche dell’ortodonzia precoce intercettiva. Se individuiamo una malocclusione quando tuo figlio sta ancora crescendo, possiamo mettere in moto una terapia che semplificherà il trattamento ortodontico vero e proprio. Per esempio? Se iniziamo subito a correggere un accavallamento dentale complesso, quando tuo figlio avrà tutti i denti definitivi il problema sarà diventato di medio-bassa difficoltà. Più facile da affrontare e più veloce da risolvere. Conclusioni In questo articolo abbiamo individuato 6 buone ragioni per avviare tuo figlio a una terapia ortodontica precoce. In MP DENTAL STUDIO crediamo che il metodo migliore per correggere le malocclusioni in tenera età sia attraverso gli allineatori trasparenti. Questi dispositivi ortodontici rimovibili sono ideali per i bambini, perché imprimono forze leggere per muovere i denti e non provocano fastidi. Inoltre, favoriscono una corretta igiene orale, visto che tuo figlio potrà toglierli senza problemi per mangiare e lavarsi i denti. Per saperne di più, prenota una prima visita ortodontica per il tuo bambino, oppure telefonaci allo 0456702400.
Rigenerazione ossea dentale: quali esami sono necessari?

La rigenerazione ossea è un intervento che consente di far ricrescere porzioni di osso mascellare nelle persone che ne sono carenti. Grazie a questo processo innovativo, anche chi ha un osso di scarsa qualità può mettere gli impianti dentali e rimpiazzare così i propri denti malati o mancanti. Purtroppo, però, non tutti sono idonei a questo tipo di intervento, perché esistono alcune patologie e condizioni che lo controindicano. Come scoprire se sei tra i pazienti che possono fare la rigenerazione ossea? Devi sottoporti a 3 tipi di esami: clinici radiografici del sangue Esami clinici In questa prima fase, dobbiamo valutare la tua salute generale, analizzando le patologie che hai avuto e che possono compromettere l’intervento chirurgico. Per esempio, se di recente hai subito una radioterapia per un tumore alla lingua, di sicuro non sei un candidato alla rigenerazione. Oltre a questa analisi, compiamo anche un’anamnesi farmacologica, per capire quali farmaci stai assumendo. È una verifica essenziale, perché alcuni medicinali – come i bifosfonati e i chemioterapici – possono interferire con la buona riuscita dell’intervento. Valutato il tuo stato di salute generale, ci concentriamo sulla situazione nella tua bocca, per individuare eventuali infezioni che possano impedire la rigenerazione. Grazie al sondaggio parodontale – che prevede l’inserimento di una sonda nel tuo solco gengivale – possiamo verificare se soffri di parodontite, un’infezione che colpisce i tessuti intorno ai tuoi denti. Nel caso in cui avessi questa patologia, dovremo curarla prima di procedere con la rigenerazione ossea. Sarebbe infatti un controsenso aggiungere osso in una zona in cui si sta riassorbendo velocemente. Esami radiografici Dopo gli accertamenti clinici, ti sottoponiamo a 2 tipi di radiografia: Radiografie dei denti Per prima cosa, eseguiamo un’ortopantomografia, una radiografia che ci darà una visione generale sulle tue arcate, le ossa e i seni mascellari. Quindi ti faremo uno status radiologico, una serie di radiografie endorali molto precise che ci permetterà di valutare la salute dei tuoi denti. Grazie a quest’ultimo esame, possiamo individuare eventuali infezioni all’interno dei tuoi denti, che dovremo curare prima di eseguire la rigenerazione ossea. Esami tridimensionali Oltre alle classiche radiografie, ti sottoponiamo anche alla cone beam, un esame radiologico tridimensionale a basso impatto di radiazioni. Si tratta di un’indagine essenziale, perché ci permette di capire in dettaglio forma, quantità e dimensione del tuo “difetto” osseo. Inoltre – ancor più importante – ci consente di digitalizzare le strutture della tua bocca e realizzare così un innesto osseo fatto su misura sulla tua anatomia. A partire dalla digitalizzazione della tua bocca, possiamo poi richiedere la creazione di un modellino concreto del tuo osso, che ha 2 vantaggi: ti permette di toccare con mano il tuo osso, per renderti conto della tua situazione attuale e di come la risolveremo; ci consente di modellare l’innesto osseo ancora prima di intervenire su di te. In pratica, quando riceveremo il biomateriale da innestare nel tuo osso, potremo lavorarlo sul modellino e dargli così una forma che combaci con il tuo “difetto” osseo. Grazie a questo approccio “preventivo” riusciamo ad accorciare i tempi dell’intervento di rigenerazione e permetterti di viverlo in modo più sereno. Esami del sangue Infine, in alcuni casi, avremo bisogno anche dei tuoi esami del sangue, per capire se sei un candidato alla rigenerazione ossea. Se in passato hai subito trattamenti medici con farmaci bifosfonati, gli esami del sangue ci possono mostrare – attraverso dei marcatori – se l’intervento sarà sicuro oppure no. Conclusione Se l’esito degli esami clinici, radiologici e del sangue sarà positivo, allora potrai iniziare l’iter per sottoporti all’intervento di rigenerazione ossea. Una volta che il biomateriale aggiunto si integrerà al tuo osso originario, potremo finalmente inserire gli impianti dentali di cui hai bisogno per tornare a sorridere. Per scoprire se sei un candidato all’implantologia e alla rigenerazione ossea, telefonaci allo 0456702400 o prenota una visita in MP DENTAL STUDIO.
Apparecchio linguale o Invisalign: quale scegliere?

La maggior parte delle persone con denti disallineati desidera una sola cosa: avere un sorriso più ordinato e accattivante. In realtà, non è difficile realizzare questo desiderio: basta sottoporsi a una terapia ortodontica ben progettata. Il problema è che molti – in particolare gli adulti – inorridiscono all’idea di indossare il classico apparecchio fisso, quello con gli attacchi e il filo metallico. Per questo motivo, negli anni l’ortodonzia ha cercato di andare incontro alle esigenze dei pazienti, realizzando dispositivi sempre meno invasivi e sempre più estetici. Parliamo dell’apparecchio linguale e degli allineatori Invisalign. Due soluzioni molto diverse tra loro, ma che permettono entrambe di riallineare i denti senza dare nell’occhio. Quale di questi due dispositivi è il migliore, in termini di efficacia, comodità ed estetica? Scopriamolo insieme. Apparecchio linguale L’apparecchio linguale è un dispositivo ortodontico fisso che si applica sulla superficie interna dei denti. A differenza del tradizionale apparecchio ortodontico, quindi, gli attacchi e il filo sono completamente nascosti dall’arcata dentale. Vantaggi Invisibile Nessuno riuscirà mai a notare che indossi l’apparecchio linguale, anche da molto vicino. È l’unico dispositivo ortodontico davvero invisibile. Efficace Consente un ottimo controllo tridimensionale del movimento dei denti e quindi ha un’eccellente efficacia, al pari dei dispositivi ortodontici tradizionali. Personalizzato Il moderno dispositivo linguale è costruito su misura, in base all’anatomia di ogni paziente: questo lo rende molto più stabile rispetto all’apparecchio classico. Svantaggi Fastidioso Il filo interno e lo spessore degli attacchi sfrega costantemente sulla lingua, provocando frequenti irritazioni. Questo rende il dispositivo linguale fastidioso all’inizio del trattamento e spesso anche durante tutta la sua durata. Problemi nel parlare Durante la terapia, lo spessore dei tuoi denti sarà maggiore e questo ti renderà più difficile pronunciare alcune lettere. Per questo ti servirà un periodo di rieducazione. Difficile igiene orale Se con l’apparecchio esterno è facile individuare subito i residui di cibo incastrati tra gli elementi metallici, con quello linguale ciò diventa quasi impossibile. Di conseguenza, l’igiene orale ne risente e la probabilità di soffrire di carie e infiammazioni gengivali aumenta. Difficile da togliere Nel momento in cui bisogna toglierlo – alla fine del trattamento ortodontico – l’apparecchio linguale è spesso scomodo da rimuovere. Questo perché gli attacchi sono incollati su gran parte della superficie interna dei denti e quindi l’ortodontista dovrà imprimere una certa forza per staccarlo. Tempi lunghi alla poltrona Per trattare un paziente con dispositivo linguale sono necessari ben 30-45 minuti alla poltrona per ogni controllo, contro i 15 minuti di un apparecchio tradizionale. Questo è dovuto al fatto che l’ortodontista deve lavorare su una superficie difficile da raggiungere, ovvero il retro delle tue arcate dentali. Allineatori Invisalign Per risolvere gli svantaggi dell’apparecchio linguale, l’industria ha ideato la tecnica ortodontica con allineatori trasparenti. Queste mascherine in policarbonato sono realizzate su misura (tramite impronta digitale) e di conseguenza si adattano perfettamente alla tua dentatura. Durante la terapia dovrai cambiare diversi allineatori, ognuno dei quali modificherà gradualmente la posizione dei tuoi denti, fino a raggiungere il risultato programmato. Vantaggi Trasparenti Sebbene non siano invisibili come l’apparecchio linguale, gli allineatori Invisalign sono comunque trasparenti e quindi molto discreti. I tuoi interlocutori dovranno avvicinarsi davvero molto al tuo viso per notarne la presenza. Comodi Le mascherine Invisalign non presentano fili o speroni metallici. Quindi la lingua vi si abituerà subito e non avrai grossi problemi nel pronunciare le parole. Igienici Gli allineatori sono rimovibili e questo semplifica l’igiene orale: li togli, spazzoli bene i denti e poi li rimetti. Una migliore igiene orale significa una minore probabilità che insorgano carie e gengiviti. Tempi brevi alla poltrona Le sedute alla poltrona nei trattamenti con allineatori durano al massimo 15 minuti. Questo perché tutta la programmazione della terapia è eseguita a priori, attraverso software digitali. Al contrario, nelle terapie con dispositivi fissi l’ortodontista deve modificare in prima persona l’apparecchio, in modo che sposti di volta in volta i denti in posizione desiderata. E questo richiede molto tempo alla poltrona. Svantaggi Richiedono impegno Invisalign è efficace solo se indossi gli allineatori per almeno 22 ore al giorno. Se pensi di non essere in grado di tenerli per tutte queste ore, forse non sono la soluzione adatta a te. Non sempre così discreti In alcuni casi, per muovere i tuoi denti in determinate direzioni, il tuo ortodontista potrebbe avere bisogno di applicare dei piccoli “bottoni” trasparenti (attachment) su alcuni denti. Sebbene siano trasparenti, questi possono cambiare lievemente la forma dei tuoi denti e rendere il trattamento meno invisibile a occhi esperti (es. quelli di un dentista). Inefficaci per alcune malocclusioni Gli allineatori Invisalign si possono applicare nella maggior parte dei casi, ma non quando bisogna risolvere malocclusioni molto gravi. Per questo, a volte devono essere “aiutati” da altri dispositivi ortodontici – comunque estetici – come i “TADS”, che rendono la terapia più efficace. Invisalign o apparecchio linguale? Alla luce dei pro e i contro di Invsialign e dell’apparecchio linguale, quale delle due è la soluzione migliore? Non è una risposta semplice da dare, anche perché ogni paziente è un caso a sé, con i propri trascorsi clinici e personali. Dal canto nostro, in MP DENTAL STUDIO utilizziamo ormai da anni Invisalign per trattare oltre l’80% dei pazienti con problemi ortodontici. In ogni caso, prima di decidere per quale tipo di trattamento optare, sottoponiamo tutti i nostri pazienti a un check-up ortodontico. Tramite una serie di esami con l’ausilio di tecnologie digitali, riusciamo a individuare le modalità e i dispositivi più adatti per risolvere ogni malocclusione. Se credi di avere i denti storti e vuoi sapere quale dispositivo ortodontico è più efficace per risolvere il tuo problema, chiamaci allo 0456702400 o prenota una visita nel nostro studio.
Qual è il materiale migliore per la rigenerazione ossea dentale?

Il tuo dentista ti ha detto che avresti bisogno della rigenerazione ossea prima di mettere un impianto dentale? Questo intervento prevede l’inserimento sotto la tua gengiva di un particolare materiale, che stimola la crescita di nuovo osso nei punti in cui è carente. Al termine del processo, quindi, avrai osso mascellare a sufficienza per accogliere con successo l’impianto dentale. A questo punto, però, ti chiederai: “Cos’è questo materiale che il mio dentista mi innesterà per farmi ricrescere l’osso?” In realtà, esistono 3 tipi diversi di materiale per la rigenerazione, catalogati in base alla loro origine: sintetica animale umana Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ognuno di essi? Facciamo un po’ di chiarezza Osso di origine sintetica L’osso di origine sintetica può essere sintetizzato in laboratorio oppure estratto da metalli od organismi presenti in natura, come i coralli. Vantaggi L’utilizzo di questa sostanza per la rigenerazione ossea permette una guarigione rapida, perché si trasforma in nuovo osso in tempi brevi. Un secondo vantaggio è che questo materiale è presente in quantità illimitata e questo può essere d’aiuto nel caso tu abbia bisogno di grandi rigenerazioni. Svantaggi L’osso sintetico non proviene da esseri viventi, per cui non ha le caratteristiche “biologiche” che stimolano l’osso a rigenerarsi in modo più consistente. Non essendo un materiale “vivo”, non possiede quelle proprietà che danno l’ordine al tuo osso di trasformarsi. Di conseguenza, il risultato della rigenerazione sarà meno predicibile. Inoltre, il materiale sintetico non si riassorbe nel tessuto osseo, ma si ingloba in esso. Quindi l’impianto verrà inserito in qualcosa che non è osso al 100%, ma solo in minima parte. Infine, è vero che la guarigione è veloce, ma questo non è sempre un vantaggio. Spesso, infatti, questa sostanza si trasforma troppo velocemente, tanto da non dare tempo all’osso di riformarsi completamente. Osso di origine animale (eterologo) L’osso per la tua rigenerazione può essere prelevato anche da animali, in particolare da bovini, suini ed equini. Queste 3 origini hanno le stesse caratteristiche e sono state selezionate perché si tratta di mammiferi, che sono geneticamente più vicini all’essere umano. Questo fa sì che dentro di essi esistano gli “ordini” che permettono di formare al meglio nuovo osso mascellare. Fino a qualche hanno fa, il livello di sicurezza di questi materiali era messo in dubbio, in particolare dopo lo scoppio del morbo della Mucca Pazza e dell’influenza suina. In realtà, questi tessuti ossei vengono trattati, disinfettati e sterilizzati: di conseguenza il rischio di trasmissioni di malattie non sussiste. Vantaggi Anche il biomateriale di origine animale è disponibile in quantità illimitata. Inoltre, è un osso che appartiene a esseri viventi simili a noi e quindi ha proprietà che ne favoriscono un migliore rimodellamento all’interno dei tessuti umani. Svantaggi Non provenendo da esseri umani, non si trasformerà al 100% in osso tuo, ma solo in modo parziale (anche se di più di quello sintetico). Inoltre, i tessuti di origine animale pongono dilemmi etici. Sei sei un convinto vegano, probabilmente non accetterai il fatto di avere dentro di te una parte di un animale. La stessa cosa vale anche se aderisci a un Credo che vieta il contatto con certi animali, come il suino per la religione islamica. Osso di origine umana I tessuti ossei provenienti da esseri umani possono essere usati con efficacia nelle rigenerazioni ossee dentali. Anche in questo caso non c’è rischio di trasmissibilità di malattie, visto che l’Unione Europea ha imposto dei rigidi standard di sterilizzazione e trattamento dell’innesto. Le porzioni di osso umano possono essere prelevate da un’apposita banca (osso omologo), oppure da una parte del tuo stesso corpo (autologo). Vediamo pro e contro di entrambe le soluzioni: Osso omologo Il vantaggio principale dei tessuti ossei di banca è che ne esiste una quantità illimitata e non necessitano di un prelievo diretto dal paziente. Di certo accorciano molto i tempi di guarigione (entro i 6), perché si tratta di materiale umano e quindi è perfettamente compatibile con il tuo osso D’altro canto, però, ha costi più elevati rispetto alle soluzioni che abbiamo trattato fin qui e pone – di nuovo – alcuni dilemmi etico-religiosi. Alcune religioni, infatti, vietano al credente di utilizzare all’interno di sé parti del corpo di altre persone. Osso autologo L’osso autologo può essere estratto dall’interno della tua bocca (mento o mandibola) o da un’altra parte del tuo corpo (tibia, calvaria e anca): tutte zone in cui c’è osso in abbondanza. Il vantaggio – com’è intuibile – è che si tratta di osso tuo e quindi ha una compatibilità del 100%: ciò lo rende il materiale per eccellenza della rigenerazione ossea. Tuttavia, non è esente da svantaggi. Per poterlo utilizzare, infatti, devi subire degli interventi chirurgici che allungano i tempi operatori. Per tutti gli altri tipi di materiale i tempi sono brevi perché c’è bisogno di 1 solo intervento. Qui invece ne servono 2: il prelievo e l’innesto di osso. Ne consegue quindi un maggior disagio, perché guarire da 2 ferite traumatiche provoca inevitabilmente più dolore e fastidio. Qual è il materiale migliore? In questo articolo ti sarai reso conto che il mondo dei materiali per stimolare la rigenerazione ossea è molto vario e complesso. Alla luce di ciò, possiamo stabilire quale tra questi 3 abbia le caratteristiche migliori per questo scopo? In realtà, ogni paziente è un mondo a sé, per cui se una tipologia di osso è perfetta per una persona, può essere completamente inadatta per un’altra. Sarà sempre il clinico – dopo un’attenta analisi del tuo stato di salute e delle tue scelte etiche – a valutare insieme a te il miglior tipo di materiale per le tue specifiche esigenze. Per saperne di più sulla rigenerazione ossea, chiamaci allo 0456702400 o prenota una visita in MP DENTAL STUDIO.
Ortodonzia e chirurgia ortognatica: quale fare per prima?

In un recente articolo, abbiamo parlato di come la sinergia tra ortodonzia e chirurgia ortognatica possa correggere i problemi estetici e masticatori più gravi. Da un lato, l’ortodonzia interviene raddrizzando i denti; dall’altro, la chirurgia si occupa di armonizzare le ossa del viso. Se ti hanno detto che sei un candidato a questa terapia combinata, forse ora ti starai chiedendo: “Devo sottopormi prima al trattamento ortodontico o alla chirurgia ortognatica?” Non c’è un’unica risposta, perché esistono 2 filosofie diverse, ovvero: Surgery-first: prima la chirurgia, poi l’ortodonzia; Orthodontics-first: prima l’ortodonzia, poi la chirurgia. Quali sono vantaggi e svantaggi dell’uno e dell’altro approccio? 1. Surgery-first In questo caso, prima fai l’intervento di chirurgia ortognatica e – dopo 4 settimane – comincerai il trattamento ortodontico. Come funziona? In pratica, il chirurgo corregge le tue ossa e le porta nella loro posizione ideale: poi l’ortodontista adatta i denti alla nuova situazione delle tue ossa. Questo approccio è indicato soprattutto se l’estetica del tuo viso è molto danneggiata da una malformazione ossea, al punto da crearti forti disagi psicologici. La priorità, quindi, è darti il prima possibile un’estetica ottimale, mentre la tua masticazione verrà corretta in un secondo momento, grazie all’ortodonzia. Vantaggi Il vantaggio principale del surgery first è che rende il successivo trattamento ortodontico molto veloce. Questo perché le fratture ossee operate dal chirurgo creano una reazione infiammatoria che stimola il corpo a inviare tutti i fattori di riparazione possibili. Così facendo, si crea una sorta di situazione “dopata”, che velocizza lo spostamento dei denti nella posizione desiderata. Per farti un’idea, considera che in una tipica terapia con allineatori trasparenti, questi vanno sostituiti ogni 7 giorni. Nel caso del surgery first, invece, si possono cambiare dopo appena 3-5 giorni: una notevole differenza. Svantaggi A dispetto dei tempi stretti che garantisce, il surgery first si può definire quasi un azzardo. In che senso? Poniamo il caso che tu abbia l’osso inferiore più avanti rispetto a quello superiore e quindi il chirurgo stabilisca che vada portato indietro di 7,5 mm. Finita la chirurgia, però, l’ortodontista può accorgersi che in realtà l’osso andava posizionato mezzo millimetro ancora più indietro. A quel punto, si troverà in grossa difficoltà, perché dovrà riallineare i tuoi denti in una posizione non del tutto adatta. 2. Orthodontics-first L’orthodontics first (prima l’ortodonzia) è l’approccio classico, con il quale viene trattato l’80% dei pazienti in Italia. Rispetto al precedente, è un metodo più cauto, perché si concentra sul migliorare la masticazione e l’occlusione; l’estetica, invece, passa in secondo piano. Vantaggi Tra i due è forse l’approccio più logico, perché tiene conto della modalità con cui si è formata la malocclusione ossea. Tornando all’esempio di prima, se il tuo osso inferiore si è sviluppato più avanti rispetto a quello superiore, Madre Natura ha pensato a un meccanismo per permetterti di masticare comunque. Durante l’eruzione dei tuoi denti, infatti, si è accorta del “difetto” genetico e quindi ti ha fatto crescere i denti inferiori rivolti indietro, e quelli superiori in avanti. Questo per permetterti di chiudere la bocca e di masticare, nonostante la malformazione ossea. Alla luce di ciò, in questo approccio l’ortodonzia ha l’obiettivo di spostare i denti nella posizione più adatta alle ossa, creando così un’arcata ideale. Questo causa inevitabilmente un iniziale disagio masticatorio, ma non è un peggioramento: bensì l’effetto dell’eliminazione della compensazione ideata da Madre Natura. Completato l’iter ortodontico, al chirurgo risulta tutto più facile, perché trova già dei denti belli stabili. A quel punto gli basta solo riposizionare le ossa in modo da farle combaciare correttamente. Svantaggi Lo svantaggio dell’orthodontics first è che è un trattamento lungo. Dopo gli esami specifici, le visite, la realizzazione di un piano di trattamento e in seguito al parere del chirurgo maxillo-facciale, la terapia può cominciare e dura circa 1 anno e mezzo. Poi, completata anche la fase chirurgica, dovrai sottoporti a un’ulteriore fase ortodontica di 1-3 mesi, in cui perfezioniamo l’occlusione e ti aiutiamo a riabituarti a masticare. Ritieni di avere bisogno di un trattamento ortodontico e/o chirurgico ortognatico? Prenota una visita in MP DENTAL STUDIO: ti sottoporremo a tutti gli esami necessari per rilevare possibili malocclusioni dentali e scheletriche.
Rigenerazione ossea per impianti: chi non può farla?

La rigenerazione ossea è un intervento che permette anche a chi ha un osso mascellare di scarsa qualità, di mettere gli impianti dentali. È un trattamento che crea nuovo tessuto osseo nei punti in cui questo è carente e garantisce così la stabilità necessaria affinché gli impianti si integrino correttamente. Una terapia davvero innovativa, che però non è sempre applicabile. Esistono infatti alcune patologie e condizioni particolari che controindicano la rigenerazione ossea. Quali sono? Scoprilo in questo articolo. Cos’è la rigenerazione ossea La rigenerazione ossea è un processo biologico che consente di ricostruire una porzione di osso mascellare nelle zone in cui si è consumato. In pratica, l’implantologo inserisce del biomateriale all’interno della gengiva e questo stimola gradualmente la crescita di nuovo tessuto osseo. Quando l’osso sarà diventato più denso e voluminoso, sarà possibile inserire gli impianti dentali, che troveranno l’ambiente ideale in cui integrarsi. L’intervento di rigenerazione può essere effettuato in 2 momenti diversi: durante l’inserimento degli impianti: quando c’è già un minimo di osso, ma non è sufficiente per coprire del tutto gli impianti; prima dell’inserimento degli impianti: nei casi in cui l’osso manca completamente. Nel primo caso, quindi, basta 1 solo intervento per riabilitare la dentatura, mentre nel secondo ne sono necessari 2 (implantologia + rigenerazione). Posso fare la rigenerazione ossea? A prescindere dal numero di interventi necessari, sarà l’implantologo a valutare se hai i requisiti per sottoporti a questo trattamento. Le tecnologie digitali e i materiali di ultima generazione hanno reso la rigenerazione ossea sempre più comoda ed efficace. Tuttavia, rimane comunque un processo delicato, perché richiede al corpo di fare uno sforzo non indifferente, per creare nuovo osso dove non c’è più. Perciò, se hai subito chemioterapia, sei in trattamento con bifosfonati (per l’osteoporosi), se soffri di malattie del sistema immunitario o altre patologie sistemiche, purtroppo non potrai sottoporti alla rigenerazione. Questo perché non solo la terapia non avrebbe successo, ma potrebbe addirittura mettere a rischio la tua salute. L’importanza della salute locale Oltre al tuo stato di salute generale, il clinico che si occuperà di te dovrà verificare anche la tua situazione locale, ovvero quella della tua bocca. Se individuerà patologie infiammatorie o infettive, di sicuro il tuo corpo non sarà in grado di trasformare il biomateriale in nuovo osso. Nel caso avessi granulomi, cisti o carie destruenti nei denti vicini alla zona interessata, non possiamo chiedere all’osso di fare uno sforzo, perché il biomateriale si infetterà. Anche se soffri di piorrea incontrollata, purtroppo non potrai essere un candidato alla rigenerazione ossea. E se manca anche la gengiva? Uno dei fattori che consentono di rigenerare l’osso con successo è che il materiale applicato venga coperto completamente dalla gengiva. Di conseguenza, se oltre all’osso ti manca anche la gengiva (che con il tempo si è riassorbita), dovrai prima sottoporti anche a un innesto gengivale. È un intervento preparatorio, nel quale il chirurgo preleva un pezzetto di tessuto connettivo (o epiteliale) dal tuo palato e poi lo applica nella zona in cui ti manca gengiva. Così facendo, il biomateriale inserito per stimolare l’osso potrà agire indisturbato, protetto dalla gengiva. Sei curioso di sapere se sei hai bisogno di una rigenerazione ossea per poter inserire gli impianti dentali? Prenota una consulenza in MP DENTAL STUDIO.