Siamo arrivati al terzo articolo della nostra serie sulle complicanze legate all’implantologia dentale.
La scorsa volta avevamo spiegato quali sono i problemi che possono verificarsi appena dopo la fine dell’intervento.
Oggi invece affrontiamo i potenziali eventi avversi che possono accadere alcuni mesi o anni dopo l’inserimento dell’impianto dentale: le complicanze post-chirurgiche tardive.
Queste non provocano la perdita immediata o precoce dell’impianto, ma possono creare fastidi o ridurre la durata dell’impianto stesso.
Infatti, se la vita media di un impianto è di 15-20 anni, queste condizioni possono abbassarla a 6-7 anni o addirittura meno.
Le complicanze di questo tipo sono almeno 3:
- perimplantite
- alterazione dei tessuti molli
- irritazione delle mucose mobili
Perimplantite
Ricordiamo un secondo come si svolge l’intervento di implantologia. Si inserisce una vite in titanio nell’osso (l’impianto), sopra alla quale si posiziona un perno (abutment) e quindi la corona dentale.
Quest’ultima è contornata dalla gengiva, che fa da prima barriera contro l’aggressione dei batteri.
Si tratta però di una protezione delicata, perché non può contare sul legamento che invece è presente nei denti naturali.
Di conseguenza, questa struttura ha bisogno di un’igiene e di una manutenzione più accurate e frequenti.
Il rischio, infatti, è che i tessuti vengano colpiti dalla perimplantite, un’infezione batterica che distrugge osso e gengiva, facendo cadere l’impianto prima del tempo.
Insomma, è un errore pensare che, dopo aver inserito l’impianto, il problema sia risolto per sempre. È come comprare un’auto e non portarla mai dal meccanico per fare i tagliandi.
Come si riduce quindi, il rischio-perimplantite?
Per prima cosa, attraverso un’accurata igiene domiciliare. Il team di MP DENTAL STUDIO saprà consigliarti le modalità e gli strumenti più corretti, come lo spazzolino elettrico e il filo superfloss.
In secondo luogo, sono essenziali anche le igieni orali in studio, che devono essere accompagnate con una decontaminazione tramite laser.
La nostra esperienza, infatti, ci insegna che l’igiene orale con laser migliora la qualità delle gengive e dei tessuti molli, riducendo così la predisposizione dei pazienti alla perimplantite.
Alterazione dell’architettura dei tessuti molli
La gengiva è formata da una parte superficiale – detta “gengiva aderente” – che è robusta e fa da scudo contro l’aggressione dei batteri.
Se togli un dente compromesso e poi ti attardi a rimpiazzarlo con un impianto, l’osso e la gengiva aderente si ridurranno progressivamente.
Questo significa che, una volta inserito l’impianto, non potrai più contare su una forte barriera che lo protegga dai batteri presenti in bocca.
In questo modo, sarai più esposto a infiammazioni e infezioni, che possono accorciare la vita del tuo impianto.
Un altro fattore che può alterare l’anatomia dei tessuti molli sono le grandi rigenerazioni ossee.
Se hai poco osso nel punto in cui bisogna inserire l’impianto, è possibile rigenerarlo, inserendo uno speciale biomateriale che produce nuovo osso dove non c’è.
Una delle condizioni necessarie per il successo di questo intervento è che il biomateriale venga coperto, così che non vada a contatto con i batteri presenti in bocca.
Per fare ciò, bisogna incidere la gengiva e tirarla (a mo’ di elastico) per avere “matassa” sufficiente per coprire il nuovo osso prodotto.
Questa manovra, tuttavia, può alterare l’anatomia dei tessuti, riducendo così la quantità di gengiva aderente a disposizione.
Il risultato? Farai fatica a pulire l’impianto e, nel farlo, potresti provare dolore, perché non avrai più quella gengiva resistente ai traumi dello spazzolino.
Come risolvere questa situazione? La strada (spesso) migliore è fare un innesto di tessuto connettivo, il tessuto resistente ai traumi di cui la tua gengiva è carente.
Irritazione delle mucose mobili
In bocca sono presenti tessuti mucosi molto sensibili, come la guancia, il labbro e la lingua.
In caso di modifiche all’interno del cavo orale – come l’inserimento di un apparecchio ortodontico o di un impianto dentale – la mucosa può irritarsi.
Questo accade quando l’implantologo non analizza bene l’anatomia della bocca prima dell’intervento. Mettere un impianto in una posizione troppo vicina alla guancia, per esempio, può portare allo sfregamento e quindi all’insorgenza di irritazioni e ulcere.
Questa situazione è più frequente quando l’osso si è ridotto a tal punto che poi l’impianto e la corona dentale si trovano a stretto contatto con queste mucose mobili.
Come evitare che si verifichi questa complicanza?
È essenziale anticipare questa grave perdita di tessuti, inserendo l’impianto entro 4-6 mesi dall’estrazione del dente. In questo modo, infatti, si preserva il più possibile l’altezza e il volume dell’osso.
Di conseguenza, quando si inserirà l’impianto, questo si troverà in una posizione più simile al dente originale e quindi meno vicino alle strutture che possono irritarsi.
2 risposte
Dottore buongiorno ,
vorrei sapere , se dal suo punto di vista, un perno dentale penetrato nel seno mascellare può creare problemi ………
Questo in attesa di poter fissare un appuntamento presso vostro centro
Gentile Nicola, se per “perno” intende un impianto che si è dislocato completamente all’interno del seno mascellare, questa è un’urgenza che necessita di essere revisionata al più presto. Questo perché l’impianto può creare infezioni, come potrebbe migrare nel tempo, ostruendo l'”osteium”, ovvero il condotto di aerazione che collega il seno alle vie respiratorie. Mentre, se intende che il collega ha fatto un intervento di implantologia in cui c’era poco osso e – a causa di ciò – parzialmente l’impianto è stabilizzato nell’osso e la punta dell’impianto all’interno del seno, se è accaduta l’osteointegrazione, questo non è un problema.