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Impianto dentale fallito: le cause e cosa fare

Impianto dentale fallito

L’implantologia dentale è tra le riabilitazioni mediche più predicibili in assoluto.

Si stima, infatti, che su 100 impianti inseriti, circa 97 di essi rimangano ben saldi in bocca per almeno 10 anni.

L’essere umano, però, è un’insieme di variabili, ognuno con le proprie cellule, organi, sistemi e stili di vita, che possono favorire od ostacolare la riuscita del trattamento.

Purtroppo, a volte, una combinazione sbagliata di questi fattori può provocare la perdita precoce degli impianti dentali.

In questo articolo scoprirai i motivi che causano il fallimento di un impianto e cosa puoi fare perché questo accada.

Cause del fallimento implantare

Impianto dentale fallito

Prima di cominciare, una premessa: il rigetto in implantologia non esiste.

Questo termine si riferisce solo ai casi in cui l’organismo si ribella a un organo trapiantato.

Ma gli impianti dentali non sono organi, bensì radici artificiali in titanio che vengono inseriti all’interno dell’osso.

Può succedere, però, che questi dispositivi non riescano a integrarsi nel tessuto osseo, ovvero che non si realizzi il contatto intimo tra le parti.

Questo può succedere in 2 diversi momenti:

  • mancata integrazione precoce
  • mancata integrazione tardiva

Mancata integrazione precoce

Entro 3-4 mesi dall’intervento chirurgico, un impianto dentale dovrebbe già essere ancorato all’osso in cui è inserito.

Se questo non accade, è probabile che la radice artificiale non sia riuscita a integrarsi nel tessuto osseo, a causa di fattori come:

  • infezioni durante il periodo di guarigione: possono verificarsi se non hai assunto gli antibiotici secondo le istruzioni del tuo implantologo, o se ha una resistenza batterica ad essi;
  • stile di vita non sano: ad esempio, fumare molte sigarette ogni giorno riduce il flusso sanguigno verso i tessuti e impedisce così all’impianto di integrarsi;
  • scarsa qualità dell’osso: la condizione necessaria che permette all’impianto di legarsi all’osso è che sia stabile all’interno di esso. Se hai un tessuto osseo troppo morbido, questo legame potrebbe non avvenire mai;
  • masticare cibi duri: se nei primi mesi dopo l’intervento carichi l’impianto in modo anomalo – per esempio masticando cibi troppo duri – rischi di ostacolare l’integrazione.

Mancata integrazione tardiva

Quando gli impianti cominciano a essere instabili dopo i primi 3-4 mesi, si parla di mancata integrazione tardiva.

Capita infatti che alcuni pazienti perdano i propri impianti dopo 2-5 anni, altri dopo 10, altri ancora dopo addirittura 15 anni dall’intervento chirurgico.

Cosa provoca questo fallimento implantare a scopo ritardato?

Spesso il colpevole è uno solo: la perimplantite, un’infiammazione cronica che aggredisce i tessuti attorno all’impianto.

Puoi accorgerti di soffrirne se provi dolore quando mastichi, le tue gengive sanguinano di frequente e se senti che gli impianti si muovono.

La perimplantite ha una componente genetica, ma spesso è favorita da una scarsa igiene orale, che rende vulnerabile i tessuti parodontali agli attacchi dei batteri patogeni.

L’invecchiamento

Esiste un altro fattore che può farti perdere l’impianto: l’invecchiamento.

Tieni presente che tutti noi – in media – perdiamo 1-2 decimillimetri di osso in bocca ogni anno.

Ciò dipende dal naturale processo di invecchiamento, che non risparmia neanche l’osso che sostiene i tuoi impianti.

Dopo tanti anni, i tessuti possono riassorbirsi a tal punto che le radici in titanio non riescono più a sopportare la masticazione.

Quindi, in questo caso non si può parlare di fallimento implantare vero e proprio, ma di naturale evoluzione degli eventi.

Cosa fare per evitare il fallimento implantare

Donna trentenne si sottopone a una seduta di igiene orale dal dentista

Purtroppo, non è ancora stato inventato il modo per riavvolgere le lancette del tempo, ma puoi fare molte cose per evitare di perdere i tuoi impianti prima del previsto.

La parola d’ordine è: prevenzione. Attraverso un programma di monitoraggio e mantenimento, puoi assicurare ai tuoi impianti una lunga vita e scongiurare il fallimento implantare.

In MP DENTAL STUDIO, per esempio, attiviamo a tutti i nostri pazienti un minuzioso programma di esami, igieni orali e controlli periodici.

Prima di cominciare a parlare di impianti, ti sottoponiamo a un check-up completo, per individuare possibili problemi e garantire una percentuale di successo più alta possibile.

Dopo appena un mese dall’inserimento degli impianti, ti invitiamo a eseguire una serie di radiografie endorali, utili per intercettare eventuali riassorbimenti dell’osso.

Nel corso degli anni, ti sottoponiamo a ulteriori radiografie e sondaggi parodontali, esami essenziali per verificare la presenza di mobilità dentale e recessioni gengivali.

A tutti i nostri pazienti, poi, consigliamo almeno 2-3 sedute di igiene orale (o scaling), di cui almeno 1 con il laser.

Quest’ultimo strumento si rivela particolarmente efficace, perché stimola i tessuti parodontali a rigenerarsi, favorendo il legame tra l’osso e gli impianti.

Per saperne di più, visita la pagina dedicata a Smart Implant®, il nostro sistema implantologico digitale.

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