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Impianti dentali: perché è importante il check-up implantare?

Impianti dentali: perché è importante il check-up implantare?

Da alcuni decenni le tecnologie digitali si sono affermate nella nostra società, rivoluzionando interi ambiti della nostre vite.

Anche l’implantologia dentale è stata investita da questa ondata innovativa. Già all’inizio degli anni 2000, infatti, iniziò la sperimentazione delle prime soluzioni computer-guidate, con l’obiettivo di:

  • ridurre il trauma dell’inserimento degli impianti dentali;
  • diminuire i rischi di lesioni a nervi e vasi sanguigni;
  • realizzare protesi dentarie che fossero più adatte a reggere la masticazione e facili da pulire.

Negli ultimi anni, il digitale ha anche ridotto, semplificato e reso più precise le fasi del check-up implantare, ovvero l’insieme dei passaggi necessari per la preparazione dell’intervento chirurgico: radiografie, fotografie e impronta dentale digitale.

Eppure, ancora oggi, alcuni miei pazienti mi chiedono che senso abbia sottoporsi a questo percorso, composto da diverse tappe che a volte possono sembrare superflue.

In questo articolo, cercherò di spiegare perché ogni fase del check-up implantare è essenziale per poter donare al paziente il sorriso che si aspetta di ottenere.

I primi anni dell’implantologia guidata

 

Dima chirurgica: guida per inserire impianti dentali

I primi prototipi di implantologia guidata erano basati su delle dime artigianali, ovvero delle guide realizzate da odontotecnici, che dovevano aiutare il chirurgo a inserire gli impianti in modo preciso.

A partire da un modello in gesso, i tecnici modellavano con la cera la forma del dente ideale per il paziente: la cosiddetta ceratura diagnostica.

Su questo modello, si costruiva una mascherina trasparente, detta dima radiologica, che il paziente indossava per sottoporsi alla dental scan.

La dental scan era una TAC a radiazioni elevate, che consentiva al chirurgo di conoscere la forma dell’osso e la posizione in cui inserire l’impianto dentale.

Quindi già in questi anni (primi 2000), il punto di inserimento era già in qualche modo guidato (dalla TAC). Tuttavia, la scelta dell’inclinazione e la lunghezza dell’impianto erano ancora a discrezione del chirurgo, con tutti i suoi limiti in quanto essere umano.

Questo dipendeva dal fatto che all’epoca la TAC non era ancora iper-precisa, perché restituiva immagini molto grossolane dell’osso, ovvero una porzione ogni mezzo millimetro. Un po’ come i vecchi televisori a bassa definizione.

Il problema dell’inclinazione

Uno dei problemi di questi primi anni era che il protesista – nel creare il modello del dente – spesso si ritrovava con un impianto inserito nel posto giusto, ma inclinato in modo sbagliato.

D’altronde il chirurgo, non essendo spesso anche un protesista, aveva l’obbligo di seguire l’anatomia dell’osso, per far sì che l’impianto si integrasse al meglio all’interno di esso.

Il risultato? Molte volte era necessario fare dei compensi protesici esagerati, che peggioravano l’estetica e la manutenibilità degli impianti.

Per risolvere il problema, si decise così di applicare dei cilindri (“boccole”) nella dima chirurgica, in modo che guidassero la fresa del chirurgo nella preparazione del tunnel implantare.

Di conseguenza, il paziente indossava questa placca in resina con i cilindri e si sottoponeva alla TAC dental scan.

Il problema della corrispondenza

Presa di un'impronta dentale digitale

Nonostante i cilindri avessero migliorato la precisione dell’intervento, spesso i chirurghi si ritrovavano a fronteggiare degli insuccessi. Perché?

Spesso, infatti, ciò che avevano progettato al computer, poi non corrispondeva a quello che trovavano nella bocca del paziente.

La causa di questo era un’imprecisione di fondo del sistema. All’epoca non esisteva ancora l’impronta dentale digitale e quindi veniva fatta con i tradizionali materiali da impronta, molto suscettibili agli errori umani.

Le micro-imprecisioni dovute all’impronta “artigianale” facevano sì che la dima chirurgica risultasse molto imprecisa.

Per questo motivo, all’inizio molti chirurghi cominciarono a disaffezionarsi all’implantologia guidata che, tra l’altro, aveva costi esorbitanti.

L’avvento del digitale

Cone beam: radiografia tridimensionale

Gli anni passarono e si entrò nell’era dell’impronta e degli scanner digitali, pur con i loro limiti iniziali.

Con il tempo, migliorò l’ottica, la capacità di acquisizione e i software, che consentivano così di ottenere una figura ultra-precisa della bocca del paziente.

Questa precisione è dovuta al fatto che molti dei piccoli passaggi che avvenivano in precedenza, ora vengono del tutto bypassati:

  • l’impronta analogica è stata sostituita da quella digitale, perché permette di scannerizzare denti e gengiva con un’accuratezza assoluta, generando un modello virtuale della bocca.
  • la vecchia TAC dental scan è stata rimpiazzata dalla cone beam, un sistema ad alta definizione, che consente di ottenere immagini dalla precisione di un decimo di millimetro (e anche meno).

In pratica, quelli che oggi sembrano tanti passaggi – anche superflui – in realtà sono numericamente minori e (soprattutto) molto più precisi rispetto a qualche anno fa.

L’importanza del matching

Progettazione dell'intervento di implantologia dentale con il sistema digitale Smart Implant

Anche se tutti i passaggi sono stati eseguiti in modo accurato, un risultato davvero eccellente passa solo dall’utilizzo di un software di matching affidabile. Cosa significa?

Dopo aver digitalizzato denti e osso tramite cone beam e impronta digitale, si ottengono 2 diversi file, che devono essere uniti con una precisione quasi assoluta.

Per eseguire questa delicata operazione, in MP DENTAL STUDIO utilizziamo un software dotato di intelligenza artificiale, che supera i limiti di precisione dell’essere umano.

Questo programma è in grado di riconoscere i denti presenti nella radiografia e li abbina con una precisione di un decimo di millimetro all’immagine generata dallo scanner dell’impronta digitale.

In tutto questo processo, il professionista (e la sua fallibilità umana) non hanno voce in capitolo.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo compreso quanto siano essenziali tutti i passaggi che compongono il check-up implantare. Le tecnologie digitali applicate agli impianti dentali hanno permesso di:

  • ridurre e semplificare le fasi necessarie per ottenere la dima chirurgica;
  • aumentare in modo esponenziale la precisione di tutte queste fasi;
  • offrire al paziente un intervento confortevole e risultati estetici e funzionali eccellenti.

Grazie a queste tecnologie e all’impiego di professionisti esperti, in MP DENTAL STUDIO abbiamo raggiunto una precisione pari a 1 decimo di millimetro negli interventi eseguiti con implantologia computer guidata, ovvero la massima precisione ottenibile al giorno d’oggi.

Per saperne di più sui vantaggi dell’implantologia digitale, visita la pagina dedicata o chiamaci allo 045 6702400.

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